domenica 6 febbraio 2011

Nuovi anni.

Another year - di M. Leigh

La grandezza di un film non va giudicata in base al numero di battute, di colpi di scena - per dirla banalmente, mi si conceda quest'espressione! - o di interruzioni che lo ostacolano nel suo sviluppo di creazione artistica propriamente detta. Another year non è soltanto un bel film in cui non succede nulla; potrà sembrare ardito, ma nell'ultima fatica di Mike Leigh l'ansia da avvenimento è pari a quella che si può riscontrare in film come Quarto Potere,Guerre Stellari o Inception. Questa modesta recensione non è volta a smentire che nel film ci siano numerosissimi momenti di noia; né ha la presunzione di definire la noia stessa, generata dai lunghi silenzi che le creature in pellicola riescono a gestire in maniera imbarazzata e ai limiti di un'ingenuità quasi infantile. In Another year sorge il problema della combustione insita nei caratteri dei suoi protagonisti, non proporzionata alla rendita esteriore del dolore stesso. Sono somatizzazioni a metà, negate, imbrigliate in una rete di conseguenze psicologicamente distruttibili (e distruttive). È falso sostenere che in due ore di film non accada nulla; le deflagrazioni sono numerosissime. E riguardano la morte e l'amore, le delusioni e l'amicizia. Ogni tema, ogni tristezza è trattata in maniera differente, quasi scandita da quel tempo che dà convenzionale titolo al film e dietro al quale ci si nasconde per evitare di interrogarsi su qualcosa di ulteriormente nocivo. Tom e Gerri (nomen omen), imperfetti nella loro bonaria funzione taumaturgica, fungono da croci di supporto per il loro gruppo di scalcinatissimi amici, manovrando tutto dall'alto con l'intenzione di non recare ulteriori sofferenze ai loro simili, rispettandone delicatezze e dignità. Il film si chiude sul vuoto emotivo di Mary, che si auto-impone un contegno non degno del suo animo; comportarsi in maniera diversa, però, la costringerebbe a non godere dei benefici amicali. Another year è un film splendido come i suoi protagonisti, sui quali svetta Lesley Manville nel ruolo di Mary, che fornisce una delle interpretazioni femminili più potenti del cinema di Mike Leigh: la sua segretaria innamorata degli uomini sbagliati sotto l'ottica etica e/o anagrafica è una donna di lacrime e di sangue.

di Giuseppe P.d.R.

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